sabato 19 ottobre 2013

Quelli che Riminiscenze storiche - Nella caricatura ottocentesca il Cardinale casolano che sapeva troppo


Il cardinale Giovanni Soglia Ceroni è inginocchiato, ha una benda davanti agli occhi ed è dotato di due orecchie da asino. Egli stringe in mano un bastone con il quale tenta, ad occhi bendati, di rompere un orcio appoggiato a terra.
Papa Gregorio XVI . in abiti da casa, è piegato anch'esso a terra e sta tentando di spostare l'orcio per non consentire al cardinale Soglia di riuscire vincitore in tale gioco, conosciuto come gioco della pilaccia.
Gregorio 16. intima di fare silenzio portandosi il dito indice alla bocca. Dietro il Papa si trova una donna molto florida che tiene in braccio un neonato, nel quale si può identificare Gaetano Moroni, detto Gaetanino data la giovane età all'epoca del suo ingresso a servizio dell'abate Bartolomeo Cappellari, futuro Gregorio XVI.
La donna che regge Gaetanino è probabilmente la bella Clementina Verdesi, moglie di questi;secondo diffuse voci Clemenitina sarebbe stata l'amante di Gregorio XVI   e questo avrebbe spiegato la clamorosa carriera di Gaetanino, divenuto da barbiere aiutante di camera del pontefice. L'azione si svolge in una sorta di giardino e a terra, vicino al Papa, vi sono due piccoli sacchetti che paiono contenere delle monete.
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Giovanni Soglia Ceroni, nato a Casola Valsenio il 10 ottobre 1779  e morto a Osimo il 12 agosto 1856, è stato un cardinale italiano.
Fu ordinato sacerdote nel 1803, nel 1826 fu nominato arcivescovo titolare di Efeso.
Nel 1835 ricevette il titolo (onorifico) di Patriarca Latino di Costantinopoli.
Papa Gregorio XVI lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 18 febbraio 1839. Lo stesso giorno lo elesse arcivescovo di Osimo e Cingoli.

Fu a capo di due governi dello Stato Pontificio: Dal 2 maggio al 2 agosto 1848 e dal 9 agosto al 16 settembre 1848. Il 4 giugno 1848 fu nominato Segretario di Stato. Il 24 novembre 1848 Papa Pio IX abbandonò Roma, Giavanni Soglia Ceroni non seguì il pontefice a Gaeta ma tornò a Osimo, dove il 29 novembre successivo presentò formalmente le sue dimissioni da Segretario di Stato. Morì il 12 agosto 1856 all'età di 76 anni.

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